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L'insostenibile leggerezza dei Social

3 Dicembre 2013
di Gianbattista Tagliani @gian2910

Il 29 Novembre 2013 si è svolto il confronto tv tra i candidati segretari del PD per le primarie 2013.
Il confronto è stato ospitato da Skytg24 (sul digitale terrestre su Cielo) e si è svolto secondo un canovaccio piuttosto ingessato preventivamente concordato tra i concorrenti. 
L'esito?
Più o meno all'unanimità non è stato riconosciuto alcun vincitore quanto al merito del dibattito. I dati relativi al dibattito come evento mediatico invece sono più significativi ma analisti della comunicazione e appassionati della politica hanno di che preoccuparsi. 
Inevitabilmente si è confrontato il dato del dibattito del 29 Novembre con quello del precedente confronto tv del 12 Novembre 2012. In quella circostanza i concorrenti erano di più, con caratteristiche individuali più marcate ed espressione di diversi partiti del centro sinistra. Renzi, Bersani, Puppato per il PD, Tabacci del Centro Democratico e Vendola di SEL.
I dati d'ascolto, in quell'occasione furono:  1.842.000 spettatori complessivi (663.000 su Skytg24 e 1.159.000 su Cielo) per uno share del 6.42% (2.5% su Sky e 3.92% su Cielo).
Da un anno all'altro il confronto tv ha perso oltre metà dell'ascolto (758.000 totali contro 1.842.000) e di share (2.67% contro 6.17%).
Il dato più significativo però è quello relativo ai social media. Qui di seguito sono riportati i dati di monitoraggio dell'hashtag #IlConfrontoPd dalla sera della diretta al compimento del 3 giorno successivo. 
Sono dati davvero sconfortanti.


29.000 post ad opera di quasi 14.000 utenti sono davvero poca cosa se si vuole considerare i social network come capaci di spostare voti. D'altronde se si tiene conto del numero di tweets e followers dei candidati non c'è di che sorprendersi. 
Renzi ha 690.892 followers ed ha twittato 3.359 volte. Civati ha meno followers ma è molto più comunicativo (113.291 followers e 17.332 tweets). Cuperlo insegue a distanza siderale in quanto a followers (19.403) e post (851 tweets).
E' vero che si deve pur cominciare da qualche parte e che quello social è un fenomeno "nascente" in Italia ma il peso specifico della comunicazione politica su queste piattaforme appare ancora troppo leggero.  

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